Come il vento tra i capelli by Lorenza Bernardi

Come il vento tra i capelli by Lorenza Bernardi

autore:Lorenza Bernardi [Bernardi, Lorenza]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788856629873
Google: hSbBMgEACAAJ
editore: Piemme
pubblicato: 2013-10-15T11:58:25+00:00


11

Parigi: primo pomeriggio

Mathieu si immerse di nuovo nella confusione di Parigi. Gli sembrava di essere un vagabondo alla ricerca di una dimora per la notte. Solo che la sua aveva a che fare con qualcosa di più definitivo e letale.

Camminava e non si accorgeva della vita attorno a lui. Era sospeso in una bolla di ricordi dove gli piaceva rifugiarsi, piuttosto che vivere il suo presente. Del resto la sua esistenza era stata sempre così, tesa verso il passato.

Massì, che senso aveva continuare quella farsa?

“Perché, diciamocelo, la mia vita è stata tutta una farsa. Non era quello che avrei voluto per me. Ed ora, che cosa sono? Sono un vecchio di settant’anni, solo e deluso. Non ho una famiglia, perché non l’ho voluta. Vivo di ricordi e l’unico oggetto che potevo avere per ancorarmi a essi me lo sono lasciato sfuggire” pensò.

L’immagine della bicicletta persa all’asta gli iniettò per un momento una scarica di rabbia. Odiava l’uomo che aveva vanificato la sua speranza, lo odiava con tutto se stesso. Perché aveva voluto quella bicicletta?

Sì, tanto valeva morire e finirla. Fine della vita, fine dei pensieri, fine dell’infelicità. Basta. Per tutta la sua esistenza aveva cercato di rincorrere qualcosa che non poteva avere.

Si meritava un po’ di pace, che diamine.

Guardò le acque della Senna, che scorrevano sotto Pont Neuf.

“Tanto vale morire” penso tra sé.

Si sporse a guardare le acque fredde del fiume. sarebbe stata la Senna la culla dei suoi problemi? Rabbrividì e fece un passo indietro.

No, non era quello il modo. Ammesso che si fosse buttato, era troppo bravo a nuotare e di sicuro l’istinto di muovere braccia e gambe avrebbe prevalso.

L’unica soluzione sarebbe stata legarsi un masso alla caviglia, ecco, sì. Ma lo escluse, troppo complicato. E poi dov’erano i massi sul Lungosenna?

No. Mathieu passò oltre e camminò verso casa, la testa sempre avvolta in cupi pensieri. Passando davanti a una sfilza di negozi, si fermò davanti a una vetrina che esponeva coltelli. Lo colpì un rasoio con il manico in radica. Immaginò la scena: Aurélien che arrivava a casa da lui, insospettito del suo silenzio telefonico.

Apriva la porta, guardava in basso e squadrava con raccapriccio un fiume di sangue a terra.

Non poteva fare questo a suo fratello.

Scese in una stazione della metropolitana. E se si fosse gettato sotto il treno? In fin dei conti sarebbe stato rapido, bastava solo trovare il coraggio di spiccare il salto al momento giusto.

No, era un metodo troppo “pubblico”. Il suo suicidio doveva rimanere una faccenda personale.

Prese la metro e scese a Montparnasse, dove abitava. La portinaia lo salutò e lui rispose cordialmente.

Era strano, non l’aveva mai sopportata quella vecchia impicciona, ma adesso l’ipotesi di non rivederla più la faceva sembrare quasi simpatica.

Infilò la chiave nella toppa e il calore della sua casetta lo investì procurandogli un brivido di conforto.

Si tolse il cappotto e andò in cucina a scaldare il bollitore dell’acqua.

Tornò in salotto con la tazza di tè fumante, poi si sedette sulla poltrona vicino alla finestra e si ritagliò quel momento di pace prima di rimettersi a pensare.



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